Montag, 16. Juli 2012

Presa di posizione sui tagli alle sovvenzioni a spazi espositivi


Con l’entrata in vigore della nuova “ordinanza sulla promozione della cultura” all’inizio di quest'anno la situazione per gli spazi espositivi autogestiti e non commerciali è decisamente peggiorata.  Gli spazi autogestiti, a differenza di istituzioni come le Kunsthallen o i musei, non hanno a disposizione incentivi sicuri e continuativi o sovvenzioni a livello statale o cantonale. Tutti i fondi devono essere reperiti tramite domande di finanziamento a fondazioni private. I tagli, o meglio l’inspiegata scomparsa dei 220'000 CHF che fino ad ora venivano assegnati dall’ufficio federale della cultura, prima sotto forma di sovvenzioni annuali a spazi espositivi e poi, da un paio d’anni a questa parte, come «premi per spazi artistici», hanno delle conseguenze disastrose. Da un lato viene a mancare una sovvenzione urgentemente necessaria, che comporta un  dispendio amministrativo relativamente modesto e che è svincolata da un progetto specifico; dall’altro cresce la pressione sulle altre fondazioni e istituzioni. Questo comporta già adesso una diminuzione dei contributi assegnati da altri enti rispetto agli anni precedenti, o che tali contributi non siano più erogati annualmente.
A noi mancano soldi, molti soldi! A sei mesi dall’entrata in vigore della nuova legge è già palese che in queste condizioni non saremo in grado di continuare a gestire i nostri spazi o se lo saremo, sarà soltanto in maniera molto ridotta.

Con questa presa di posizione intendiamo innanzitutto  dare informazioni  sulla nostra situazione e partendo da ciò avanzare le seguenti richieste:

- Già prima di quest’anno come organizzatrici e organizzatori di spazi autogestiti e non commerciali eravamo pagati poco o nulla per il nostro lavoro. Già prima dei cambiamenti in corso era abbastanza difficile racimolare i soldi necessari per i nostri spazi. Qui non c’è margine  per dei tagli!

- A partire da quest’anno non ci sono più soldi per gli spazi espostivi. Finora città e cantoni non hanno reagito con un aumento dei loro contributi e anche le fondazioni private si stanno in parte tirando indietro o stanno riducendo le sovvenzioni. La nostra situazione quindi riguarda un po’ tutti: i responsabili  statali e cantonali,  dell’ufficio federale della cultura (UFC), così come Pro Helvetia e le fondazioni private!

- Alcuni spazi autogestiti esistono solo per un periodo limitato, altri invece sono attivi  da più di vent’anni. A breve o a lungo termine, noi abbiamo scelto consapevolmente questa forma di lavoro, proprio perché si trova in una zona di transizione al di là di posizioni stabilite. Questi spazi di transizione sono spazi liberi!

- Gli spazi autogestiti sono notevolmente differenti l’uno dall’altro. Questa varietà non può venir riassunta schematicamente e necessita dunque di strutture di promozione altrettanto differenziate in grado di  sostenere questa molteplicità da diverse prospettive. Noi reclamiamo spazi liberi anche nella promozione della cultura!

- Gli spazi autogestiti sono luoghi di sperimentazione,  in cui è possibile lavorare a ritmi differenti, dove  ambiti e ruoli sono mutevoli e  spesso nascono e si sviluppano relazioni collaborative. Sono spazi per timidi albori, per forme artistiche che qui si sentono più a loro agio, per artisti - e non solo -  che  interagiscono  volentieri in contesti differenti. Se questi spazi spariscono viene a mancare molto, moltissimo!

- Il nostro lavoro non consiste esclusivamente nella realizzazione di  progetti, bensì in processi continuativi e a lungo termine i cui risultati non sono prevedibili fin dall’inizio. Questa  nicchia è lo spazio in cui si sviluppano molte esperienze che in altri luoghi si non possono realizzare. Per questo motivo c’è bisogno di una promozione culturale che non supporti solamente progetti specifici bensì strutture e forme di lavoro continuative.

- Noi ci rifiutiamo d’essere fornitrici e fornitori di una scena artistica commercializzata che ci consola con promesse vaghe per il futuro, ma che non vuole discutere di una retribuzione appropriata del nostro lavoro e del pagamento dei costi dei nostri spazi. Il nostro lavoro, il lavoro degli artisti e di molti altri protagonisti della scena artistica deve essere finalmente riconosciuto in quanto tale!

- I premi non sono uno strumento di promozione appropriata! Illuminano come fari un particolare apparente, non la molteplicità. Questo si manifesta in modo evidente quando i premi – come nel caso degli Art Awards – vengono ridotti di numero, oppure quando – come nel caso della partnership tra pubblico e privato degli Swiss Exhibition Awards – ne rimane solo uno. Oltre alla tendenza alla commercializzazione siamo qui in contrasto con l'utilizzo inflazionato della parola “Swiss”.

Traduzione: Irene Grillo e Silvia Simoncelli